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Cenni storici

Già intorno all'anno 1000 documenti ufficiali citano Sale che diventa poi parte del marchesato di Ceva verso la metà del XII secolo. Al 1330 risalgono i suoi primi statuti, un codice di leggi locali che, modificato e ampliato in epoche posteriori, resta in vigore per circa 400 anni. Nel 1531, per volere dell'imperatore Carlo V, il paese viene ceduto ai Savoia.
Il 16 aprile 1796 anche Sale viene invasa da una divisione dell'esercito napoleonico. Alle devastanti conseguenze del saccheggio si sommano negli anni successivi quelle di calamità atmosferiche eccezionali che causano desolazione e carestia.
Ma l''800 è anche il secolo in cui Sale trae vantaggio dalla realizzazione di due importanti opere pubbliche. Nel 1830 si conclude la sistemazione della strada comunale che congiunge le attuali 28bis e 661, mentre nel 1874 viene inaugurata la ferrovia Bra-Ceva-Savona. Per il compimento di questa linea si era avviata nel territorio di Sale delle Langhe - questa la denominazione adottata nel 1862 - l'escavazione della Galleria del Belbo, per quei tempi un'opera di alta ingegneria che, lunga oltre 4 Km., viene portata a termine in circa 7 anni.
Per decenni dalla stazione di Sale delle Langhe partiranno grandi spedizioni di prodotti agricoli e dei laterizi che dal 1907 sforna la locale fornace.
Le due guerre mondiali e la lotta di liberazione impongono anche al nostro paese un pesante tributo di morti sui vari fronti. Ma proprio quando la vita riprende i suoi ritmi di pace, altre rivalità, per fortuna incruente, compromettono la convivenza dei salesi fino a provocare nel 1948 la scissione in due comuni autonomi della vecchia Sale delle Langhe.
Quella che già molto prima di questa data compariva sulle carte geografiche era infatti un comune più vasto dell'attuale e comprendeva anche l'odierna Sale S. Giovanni.
Se la storia italiana è punteggiata di rivalità tra comune e comune, le vicende del nostro furono determinate da un'antica ma in fondo inconsistente ruggine tra i due quartieri del paese: quello "soprano" (il cosiddetto Bricco, l'attuale Sale S. Giovanni) e quello "sottano" (la cosiddetta Valle, la Sale delle Langhe di oggi). Che poi siano state le due principali chiese di Sale a decidere indirettamente la definitiva scissione, pure questo rende la nostra piccola storia più che mai degna del campanilismo italiano.
Perché fu la lotta fisica per la conquista di un baldacchino, conteso tra due gruppi di fedeli facenti capo ai due campanili sovrastanti i due quartieri di Sale, a dimostrare l'inconciliabilità della contesa e l'urgenza di separare anche l'amministrazione delle parti contendenti.
Il tempo ha avuto ragione di queste scaramucce. Ora i due paesi convivono l'uno accanto all'altro in perfetta armonia e gli abitanti dei due vecchi quartieri scelgono di vivere nell'uno o nell'altro a seconda delle loro esigenze e non più del ceppo da cui provengono. Ciò a dimostrazione del fatto che, malgrado tutto, non è la rissosità il tratto saliente dei salesi.